ASHTANGA YOGA

Che cosa è l’Ashtanga Yoga

Lo Yoga è una filosofia di vita che ha nel suo potenziale anche quello di creare un corpo e una mente fortemente sani.

L’Ashtanga Yoga, praticato nel suo corretto ordine sequenziale, porta gradualmente chi lo pratica a riscoprire pienamente il proprio potenziale a tutti i livelli di consapevolezza- fisica, psicologica e spirituale. Attraverso questa pratica che unisce una corretta respirazione (Ujjay pranayama), le posture (Asana) e lo sguardo (Drishti), si ottiene un controllo dei sensi ed una più profonda consapevolezza di sé stessi. Praticando questa disciplina con regolarità e devozione si acquisisce sicurezza e stabilità fisica e mentale.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELL’ASHTANGA YOGA

La caratteristica principale dell’Ashtanga Yoga è data dal “Vinyasa” che significa movimento sincronizzato con il respiro. Il respiro è il cuore di questa disciplina e collega un asana all’altro in un ordine ben preciso. Sincronizzando il movimento con il respiro e praticando Mula-bandha e Uddyana-bandha (chiusure), si produce un intenso calore interno. Questo calore provoca una migliore circolazione del sangue che determina una maggiore ossigenazione di muscoli e organi interni, iniziando così un processo di purificazione che elimina da una parte le tossine e libera dall’altra gli ormoni benefici ed i sali minerali che possono nutrire il corpo se si massaggia il sudore sulla pelle dopo che questo è stato prodotto durante le esecuzioni degli asana. Il Vinyasa regola il respiro e il risultato che si raggiunge è quello di un corpo forte e leggero.

Ci sono tre gruppi di sequenze nell’Ashtanga Yoga. La Prima Serie (Yoga Chikitsa) disintossica e allinea il corpo. La Serie Intermedia (Nadi Sodhana) purifica il sistema nervoso aprendo i canali di energia. Le Serie Avanzate A,B,C,D (Sthira Bhaga) integrano la forza e la grazia della pratica richiedendo e portando livelli più elevati di flessibilità.

Ogni livello deve essere pienamente sviluppato prima di passare a quello successivo e l’ordine sequenziale degli asana deve essere meticolosamente rispettato. Ogni postura è una preparazione per la successiva e sviluppa la forza e l’equilibrio necessari per andare avanti.

Il Respiro è il fondamento di questa pratica: la continuità di una respirazione profonda e uniforme non può essere trascurata nell’Ashtanga Vinyasa Yoga. Quando il respiro nutre l’azione e l’azione nutre la postura, ogni movimento diventa gentile, preciso e perfettamente stabile.
Secondo gli insegnamenti di Sri T. Krisnamacarya e Sri K. Pattabhi Jois “Il Respiro e Vita” . Il respiro rappresenta l’atto più vitale e fondamentale ed aiuta a mantenere l’essenza divina che è in ognuno di noi: l’espirazione è un movimento verso il divino, l’inspirazione rappresenta un assorbimento dal divino. L’azione ultima che si compie prima di morire è quella di espirare; si tratta in effetti di una totale e definitiva resa al divino.

La Pratica dell’Ashtanga Yoga richiede sforzo e determinazione, ma dove non c’è sforzo non ci può essere beneficio. Forza, stamina e sudore sono gli aspetti unici di questa antica e tradizionale forma di yoga che apparentemente sembra contraddire la versione più conosciuta dello yoga in generale. Questa pratica richiede un notevole sforzo, sviluppa però una grande energia vitale che circola attraverso il corpo, rafforzando e purificando il sistema nervoso. La mente allora diventa calma, lucida, chiara, precisa e consapevole come insegna Sri K. Pattabhi Jois:
“Ovunque guardi vedi il divino”.

E’ importante sottolineare che l’Ashtanga Vinyasa Yoga deve essere praticato solo grazie al sostegno di un insegnante adeguatamente preparato secondo la tradizione. Solo un insegnante qualificato può fornire la guida necessaria per garantire dei progressi sicuri e concreti senza arrecare danni al corpo e alla mente

l’Ashtanga Yoga aiuta a migliorare il proprio stato di salute.

La pratica dell’Ashtanga Yoga aiuta efficacemente a migliorare il proprio stato di salute. Il Vinyasa correttamente praticato ha un effetto straordinario sul nostro stato fisico e mentale e in particolare, la pratica degli asana, attraverso gli specifici benefici che porta agli organi implicati, aiuta spesso a risolvere problemi dovuti a rigidità e errati comportamenti posturali quali mal di schiena, dolori cervicali ecc.

Nel caso di particolari problematiche fisiche, la pratica può essere personalmente adeguata al praticante, allo scopo di permettere allo stesso di raccogliere comunque i benefici dello yoga, arrivando piano piano a lavorare anche sulle parti più limitate.

INDICAZIONI PER UNA BUONA PRATICA

  • Praticare a stomaco vuoto! Aspettare almeno 3 o 4 ore dopo il pasto. Acqua o tisane possono essere prese in piccole quantità prima della pratica, se ne sentite il bisogno. Non bevete mai durante o subito dopo la pratica; aspettate almeno mezz’ora. Se sentite la gola secca, un piccolo sorso d’acqua andrà bene; la saliva è sufficiente per umidificare la gola.
  • Svuotare l’intestino e la vescica prima della pratica. I saluti al sole, le posture in piedi e le posture invertite miglioreranno il funzionamento dell’intestino. In caso di raffreddore, influenza, indigestione ecc, è consigliato un giorno di digiuno che renderà il corpo più flessibile. Mangiare troppo cibo è un ostacolo per una corretta pratica degli asana.
  • E’ consigliato un abbigliamento comodo, elastico e non ingombrante, preferibilmente in fibra naturale e non sintetica che aiuta la traspirazione e l’assorbimento del sudore. Il corpo deve essere libero da collane, orologi, anelli ecc. La pratica si fa a piedi scalzi, le calze possono essere indossate durante il rilassamento.
  • Preparatevi a sudare abbondantemente. E’ consigliato massaggiare il sudore sul corpo piuttosto che asciugarlo con l’asciugamano. Non abbiate timore di sudare e di sentirvi affaticati, riponete la vostra attenzione sulla respirazione. Con la respirazione e il movimento sorgerà in voi una nuova energia, eliminando in questo modo la stanchezza e rinforzando sia la mente che il corpo.
  • Non sforzatevi troppo nella postura o nel movimento e non contraete i muscoli che devono essere tonici ma rilassati. Cercate di mantenete il viso rilassato e di non riversare rabbia e frustrazioni sul vostro corpo. Lo Yoga è un’opportunità per lavorare sulle proprie emozioni piuttosto che negarle e proiettarle verso l’esterno.
  • La consapevolezza del respiro è la base per una corretta pratica degli asana. Durante la pratica si usa la respirazione Ujjay: la gola deve essere rilassata effettuando una leggera chiusura della glottide in modo che l’aria entrando e uscendo, produrrà un leggero suono. La qualità del respiro nella respirazione Ujjay deve essere dolce, profonda e forte. Una profonda espirazione finirà al di sotto dell’ombelico, una profonda inspirazione espanderà la schiena, la zona lombare e il torace intorno al diaframma, riempiendo la zona del cuore.
  • Drishti – in sanscrito significa “sguardo”, ovvero il punto dove direzionare lo sguardo durante la pratica; il drishti è molto importante in una corretta pratica dello Yoga. L’attenzione e i flussi del respiro sono strettamente connessi con la direzione dello sguardo. In ogni postura e durante il movimento che intercorre tra una postura e l’altra c’è uno specifico punto dove guardare: lo sguardo può essere diretto verso la punta del naso, tra le sopracciglia (terzo occhio), all’ombelico, ai piedi, alla punta delle dita, in alto e di lato. Lo sguardo aiuta a trovare l’equilibrio e dopo qualche anno di pratica dona un effetto rilassante al corpo e alla mente. In ogni caso, l’approccio con il drishti deve essere graduale perché specialmente all’inizio, richiede un certo sforzo che può causare l’insorgere di mal di testa.
  • Bandha – in sanscrito significa “chiusura”. Durante la pratica si fa uso di Mula-bandha e Uddyana-bandha. Mula-bandha avviene con la contrazione dell’ano che implica così la contrazione del centro del perineo e dei genitali. Uddyana-bandha avviene con lo spostamento della zona addominale verso la spina dorsale che si produce spingendo la radice dell’ombelico verso i reni; esso evita l’abbassamento degli organi addominali e permette una piena espansione del diaframma. Mula-bandha e Uddyana-bandha sono la base nella pratica degli asana e del pranayama nell’Ashtanga Yoga, anche se sono richiesti anni di pratica prima di poter essere controllati totalmente.
  • I movimenti tra le posture sono molto importanti e fanno parte della pratica in quanto complementi del sistema del Vinyasa insieme agli asana; come si entra e si esce dalle posture è parte integrante della forma. Nel Vinyasa l’inspirazione e l’espirazione sono sempre sincronizzati ad un movimento ben preciso della sequenza. Il respiro è il cuore di questa disciplina yogica e collega un asana all’altro in un ordine ben prestabilito.
  • C’è una logica nell’ordine degli asana. Ogni postura o gruppo di posture ha un particolare effetto che viene bilanciato e riequilibrato da un’altra postura o gruppo di posture. Ciò è essenziale per accumulare gli effetti benefici degli asana e per proteggere ed equilibrare il corpo durante la pratica. Per questo motivo è vivamente sconsigliato saltare gli asana o passare liberamente da una postura all’altra senza seguire la sequenza. Seguendo il corretto Vinyasa si avrà un progresso nella pratica molto veloce.
  • Nel sistema del Vinyasa insegnato da Sri K. Pattabhi Jois le posture sono combinate in serie variando in difficoltà ed effetti. La Prima Serie (Yoga Chikitsa) è terapeutica, lavora sull’allineamento del corpo ridando così equilibrio al corpo stesso e alla mente. La Serie Intermedia (Nadi Sodhana), continua il lavoro della prima andando più in profondità, aprendo e purificando le Nadi, canali di energia nei quali avviene la trasmissione degli impulsi nervosi. Le Serie Avanzate A-B-C-D (Sthira Bhaga) vanno ancora più in profondità aumentando stabilità, forza, equilibrio ed apertura del corpo.
  • Alla fine della pratica il rilassamento è molto importante e va sempre fatto. E’ buona norma coprirsi: il rilassamento riporta il corpo ad uno stato di normalità dopo un intenso lavoro che ne ha provocato un forte riscaldamento. Non rilassandosi ci si potrebbe sentire affaticati e irritabili.
  • La pratica andrebbe fatta tutti i giorni, ma talvolta per arrivare a questa continuità è richiesto del tempo che varia a seconda della persona e che serve per abituare il corpo e la mente a questa disciplina. Nel caso di una pratica quotidiana, durante la settimana c’è sempre un giorno di riposo e secondo la tradizione vengono rispettati i giorni di Luna Nuova e Luna Piena in cui non si pratica.
  • Le donne durante il periodo mestruale non dovrebbero eseguire le posture invertite e nel caso in cui vi sia una pratica quotidiana è vivamente consigliata una pausa nei primi giorni del ciclo.

Il sistema del Vinyasa nell’Ashtanga Yoga

Vinyasa”:  sincronizzare il movimento con il respiro. Questo antico sistema yogico risveglia il fuoco interno per purificare e rafforzare il corpo.

Oh Yogi, non praticare gli asana senza il vinyasa”, scrive il saggio Vamana Rishi nello Yoga Korunta, un antico testo riscoperto, tradotto e messo in pratica nella prima metà del secolo scorso da Sri T. Krisnamacharya e dal suo discepolo Sri K. Pattabhi Jois che ancora oggi insegna, a Mysore in India, Ashtanga Vinyasa Yoga, così come lo ha appreso a quel tempo – un metodo che purifica il corpo e la mente risvegliando il “fuoco interno”.

l principio di purificazione attraverso il calore ha rappresentato un elemento centrale del pensiero indiano per millenni. Il secondo capitolo degli Yoga Sutra di Pantajali, per esempio, inizia descrivendo i preliminari della pratica yoga, il primo dei quali è Tapas che significa letteralmente“bruciare”.

Il sistema del Vinyasa si basa sull’idea della purificazione attraverso il movimento ed il calore. Nel vinyasa la sincronizzazione del movimento con il respiro crea calore o “fuoco interno”nel corpo, provocando un’abbondante sudorazione ed aumentando il flusso della circolazione del sangue e la flessibilità.

La migliore circolazione del sangue e la maggiore flessibilità calmano il sistema nervoso permettendo ai muscoli e alla mente di rilassarsi, mentre la sudorazione rimuove le tossine attraverso la pelle.

Gli Yogi per secoli hanno saputo che attraverso la regolazione del respiro potevano calmare la mente; con la pratica del vinyasa, attraverso la sincronizzazione del respiro con il movimento, i praticanti possono raggiungere un perfetto allineamento del corpo grazie a una mente più calma, creando così un contesto in cui è più facile superare gli ostacoli sia fisici che psicologici.

Praticando il sistema del Vinyasa è possibile riacquistare l’equilibrio con l’allineamento del corpo. Durante la pratica, qualsiasi area che sia stata pressata o dove si sia verificata una riduzione della circolazione del sangue nell’esecuzione di una postura, viene ristabilita.

Una respirazione piena e diretta accompagnata al movimento ossigena e pulisce il sangue; il corpo molto caldo provoca una maggiore fluidità del sangue stesso e quindi una migliore circolazione. Irrorando tutti gli organi interni e le ghiandole del corpo può agevolare così una migliore azione di filtraggio attraverso quegli organi con funzioni eliminatorie. In questo modo ha inizio un efficace processo di purificazione che rafforza grandemente il corpo e la mente, eliminando lo stress e le tossine a lungo accumulati e facendo ritrovare la salute. Le tossine possono essere un vero ostacolo, lasciando il corpo rigido e privo di flessibilità; per questa ragione è importante dare una continuità alla pratica nel tempo. E’ anche sconsigliato fermarsi durante la pratica stessa per evitare così di raffreddare il corpo e interrompere il ritmo del respiro. Una pratica ininterrotta e fluida rende la mente calma e concentrata, cosa che si riflette in uno sguardo attento e fisso. Quando lo sguardo è chiaramente concentrato in un unico punto, anche la mente è concentrata e la respirazione è fluida ed efficace

Oh Yogi, non praticare gli asana senza il vinyasa.”

– Vamana Rishi